"Sono tornata ad Assisi, spiega la Migliazza, per ritessere la mia tela: da tre lunghi anni, noi, testardi, ostinati, irremovibili aspettiamo il ritorno di Fabrizio, chiedendoci instancabilmente: 'Cosa dobbiamo fare che a tutt'oggi non abbiamo ancora fatto?’. Accompagnata dal comandante Lucio Belli, in veste di amico, ho rivisitato il sentiero francescano dove è stata ritrovata la chitarra di Fabrizio, ho visitato la Pro Civitate Christiana, cercando di rivivere i momenti precedenti la sua scomparsa e di incontrare i compagni di corso di mio figlio, sperando di ricevere qualche indicazione che possa rivelarsi utile.Nel suo "pellegrinaggio", come lo ha definito, la Migliazza è stata "affiancata e guidata" dall'avvocato Franco Matarangolo, che continuerà a seguire la vicenda.
Ho pregato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, affinché Fabrizio, dovunque si trovi, sia custodito da San Francesco, e sono stata ricevuta dal comandante dei carabinieri, e dal vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, che ha promesso di farsi portavoce ed eco delle mie domande. Spero inoltre che il volto di mio figlio, sorridente dai volantini nuovamente affissi sia ad Assisi che a Perugia, smuova i cuori e le coscienze di chi sa, ma non parla".
"Mi sono mosso, spiega il legale, per effettuare le verifiche del caso, e sarò un raccordo tra Procura e le forze dell'ordine. La famiglia Catalano attende una risposta e faremo di tutto per poterla avere, anche se al momento è prematuro fare dichiarazioni di altro tipo".La visita dei giorni scorsi segue la battuta di ricerca, cui hanno partecipato circa 300 persone, dello scorso settembre, nel corso della quale era stata ritrovata una maglietta, che si pensava appartenente a Catalano: le successive indagini effettuate dalla scientifica aveva però smentito l'ipotesi.
Flavia Pagliochini dal Corriere dell'Umbria
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