sabato 18 maggio 2013

Il Parco del Subasio

La visita al Parco del Subasio, sulle orme di San Francesco. Si tratta di un itinerario di spiritualità e arte, paesaggi incontaminati e borghi che affondano le loro radici molto lontano nel tempo. Una bella gita adatta a grandi e bambini.

Spiritualità, paesaggio, storia: lo scenario si spalanca al visitatore che, uscito dalle mura di Assisi da Porta Cappuccini, si inoltra su fino all'Eremo delle Carceri, immerso nel verde del Subasio. Ci vuole oltre un'ora a chi decide di lasciare l'auto in città e fare la salita a piedi. Una volta in cima si troverà davanti l'antica lecceta, una vera e propria foresta che da secoli regala ombra all'Eremo, luogo di meditazione di Francesco e dei suoi fratelli.

“Qui nel dodicesimo secolo - spiegano dalla Comunità montana che gestisce il Parco - non vi era altro che la cappella dei benedettini. La tradizione racconta che la donarono a Francesco, il quale aveva trovato in una grotta il luogo in cui rifugiarsi a pregare e meditare. Nel bosco ci sono altre grotte dove vivevano in solitudine Bernardo da Quintavalle, Rufino, Egidio, Silvestro. Fu frate Paoluccio Trinci di Foligno a dare il via all' attuale assetto dell'eremo, seguito da Bernardino da Siena nel XV secolo.
Il Convento, quasi incastonato in una rupe, tra pietra e natura, ebbe subito un'impronta di grande misticità, che il luogo ha mantenuto negli inevitabili ampliamenti dei secoli successivi”.

Ma qui al Parco vi sono altri luoghi legati alle leggende di Francesco: il pozzo la cui acqua scaturì per le sue preghiere, la chiesina ricca di memorie, l'oratorio, luogo di raccoglimento del Santo e dei suoi fratelli.
Uscendo nel bosco, eccoci immersi nella lecceta. Una foresta misteriosa e fitta: tra quelle piante si incontrano l'elce, dove il Poverello benedì gli uccelli, il ponticello sopra il fosso che, secondo la leggenda, Francesco fece diventare arido con le sue preghiere. Le Stelle: in alcune particolari serate sulla spianata del Subasio è possibile partecipare all'osservazione degli astri.

Ma da queste parti ci sono tanti altri posti da scoprire. Come Costa di Trex. Il nome deriva da una contrazione di Costa delle Tre Chiese: la chiesa di Santo Stefano, la chiesa di San Bartolomeo e la chiesa di San Lorenzo, che è di proprietà privata. L'area è ricca di borghi, rocche, fontanili, santuari, conventi, abbazie, edicole che vanno a incrementare il valore storico ed architettonico del territorio.

Collepino: salendo dal castello di Collepino verso la sommità del Subasio s'incontrano, vicino al paese, i resti della chiesa di San Silvestro che, secondo tradizione, fu fondata come insediamento eremitico da San Romualdo nel 1025, diventato poi abbazia camaldolese (1150). La leggenda narra di acque miracolose e terapeutiche, vi si affidavano le puerpere prive di latte per i neonati.

La Nazione Venerdì 17 Maggio 2013

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