mercoledì 15 agosto 2012

Internet promuove Assisi ma c’è da migliorare

In tempi in cui sempre più persone si informano sul web, com'è la reputazione di Assisi online? Un'indicazione piuttosto ampia e fedele arriva da TripAdvisor, community che, con i suoi 35 milioni di recensioni e 29 milioni di visitatori mensili, è uno dei più grandi (e affidabili) siti di viaggio. La città e i suoi luoghi di interesse (tra cui San Francesco, la Rocca Maggiore, Santa Chiara, la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, San Damiano e l'eremo delle Carceri) riscuotono il massimo dei voti, con descrizioni entusiaste, in italiano o in inglese, come "meravigliosa", "un posto da fiaba", "una cosa stupenda", 'forse un po' faticoso, ma ne vale la pena".

In generale si loda la pulizia della città e la cortesia degli abitanti, la qualità degli hotel e il fatto che ci sia una vasta possibilità di scelta a portata di tutte le tasche (anche se per chi è alla ricerca di una vacanza economica gli utenti consigliano Foligno o Spoleto, città con prezzi più accessibili), il fatto che in uno spazio relativamente piccolo ci siano tanti tesori artistici e culturali, la facilità con cui si raggiungono altri luoghi di interesse, umbri e non solo. Anche i ristoranti riscuotono recensioni tutto sommato positive o comunque equanimi, ad esempio per i locali a gestione familiare si sottolineano sì i ritardi nel servire le pietanze, ma anche l'ambiente familiare e accogliente e i prezzi "alla mano".
Il rovescio della medaglia è però rappresentato da quelle attività che vengono bocciate senza appello, tra scontrini che "lievitano" di prezzo rispetto a quanto scritto sul menu (ad esempio "avevo speso venti euro, lo scontrino era di trenta: fortuna che ho guardato"), menu turistici col trucco (spesso il menu turistico è solo una pizza con bibita e al prezzo esposto va aggiunto il coperto, che può costare anche due euro a testa), piatti riscaldati col microonde, pizze surgelate fatte passare per fresche, posate aggiuntive che ma gli utenti puntano il dito contro i ristoratori che tendono a "spennare" i clienti vengono calcolati come coperti in più. "

Non solo - scrive ad esempio un utente - qualche ristorante non accetta le carte di credito (ma per questo non c'è un obbligo preciso, ndr) ma neanche emette gli scontrini". "Certe attività - conclude un altro - servono solo a spennare i turisti".
Corriere dell'Umbria

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