lunedì 11 giugno 2012

L’infiorata del Corpus Domini 2012

Una sorpresa dietro l'altra: gli scorci del paese, i monumenti straordinari, le facce stanche dei giovani reduci dalla notte di lavoro, le capature di ogni varietà pronte a riuscire da fondi e garage per la correzione di sbavature impercettibili. Ma soprattutto loro, le Infiorate, ineguagliabili quadri di fantasia che diventano realtà grazie ai fiori. E che finiscono quasi con l'assumere una terza dimensione grazie ai profumi che pervadono l'aria.

Non essere a Spello per il Corpus Domini è praticamente un peccato. E ieri a decine di migliaia non hanno resistito al miracolo che anno dopo anno si ripete. Italiani, ma anche tanti stranieri. Persino una troupe della tivvù coreana non ha saputo trattenere lo stupore. I temi affrontati dai gruppi di infioratori sono stati essenzialmente religiosi, ma con qualche spunto sulla contemporaneità.
Così anche una canzone di Fabrizio De Andrè ha finito con l'ispirare un quadro, mentre c'è che ci ha trovato nel diagramma del violento terremoto il modo per parlare di vicinanza tra Umbria ed Emilia. Tutto col tocco dei fiori, con le delicate essenze raccolte sul Subasio, con l'inseparabile maestria di quanti da queste parti sono cresciuti a pane e infiorate. difficilissimo il lavoro della giuria, composta quest'anno dall'architetto Giampiero Carini, dal direttore dell'Accademia di Belle Arti di Perugia Giuliano Giuman, dal docente di storia dell'arte contemporanea all'Università per stranieri Gustavo Cuccini, da monsignor Fortunato Frezza e dalla professoressa Bianca Pedace.

I giurati hanno guardato, hanno chiesto, hanno voluto sapere tutto delle opere a concorso. Poi la processione, il momento più solenne, lo scopo vero di questa tradizione di popolo. Monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno, cammina lentamente, attento a non rovinare il lavoro di ore e ore. Ma in fondo è proprio questo il momento più atteso dagli Infioratori.

Corriere dell'Umbria Lunedì 11 Giugno 2012

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