Paola Tiziana Cruciani e Alessandra Costanzo in "Sugo finto" al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi

Due sorelle zitelle, Addolorata e Rosaria, offese da una natura ingenerosa, trascorrono la propria vita condividendo la stessa casa e il piccolo negozio di merceria, in un continuo, e involontariamente comico, scambio di accuse reciproche. Un battibecco infinito, scatenato da due modi di interpretare la vita, diametralmente opposti. Paola Tiziana Cruciani e Alessandra Costanzo in "Sugo finto", che domani alle 21,30 apre la stagione del Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi, costruiscono con incredibile realismo uno spaccato di vita quotidiana. La divertente commedia di Gianni Clementi, vincitrice della rassegna "Attori in cerca d'autore", è scritta apposta per le due attrici protagoniste. Un testo intimo che indaga sul rapporto di forza e dipendenza nelle relazioni interpersonali. Ed allora ecco che il piccolo appartamento delle due zitelle diventa una sorta di avamposto, le finestre da cui osservare, senza essere visti il nostro piccolo mondo, l'altra parte di noi stessi ed i pericoli che incombono ad un

" nucleo indifeso e normale. Ancora una volta Gianni Clementi riesce a commuovere e divertire, disegnando storie di vita comune. In questa prova le due attrici colgono nel segno tutti gli obiettivi che uno spettacolo può desiderare: contenuti, risate, bravura, commozione e riflessione. Con l'inizio della stagione rimane ancora aperta la campagna abbonamenti che prevede due formule: abbonamento a dieci spettacoli con posto fisso riservato(200 euro anziché 250) e abbonamento a sei spettacoli a scelta con posto fisso riservato: (115 euro anziché 150). Inoltre sono previste facilitazioni per alcune categorie: gli under 26 avranno e i partecipanti ai corsi e seminari di recitazione 2011/12 avranno una riduzione del 40%. Dal 17 novembre avrà inoltre inizio, il secondo corso di recitazione a cura di Corinna Lo Castro; mentre dal 14 al 18 Novembre, Paolo Triestino terrà un laboratorio dedicato al lavoro dell'attore dal palcoscenico alla macchina da presa