venerdì 8 aprile 2011

Nuovo Piano regolatore, Legambiente: "Intervenga la Provincia"

Sul nuovo Piano regolatore di Assisi, approvato dal consiglio comunale il 28 marzo scorso, le polemiche sembrano infinite. Ora, a intervenire è Legambiente che polemizza con il Comune sulla decisione di respingere le osservazioni avanzate dal
"Comitato per la tutela dell'area dei castelli di Rocca S.Angelo, Sterpeto e San Gregorio."
"Condividiamo le stesse critiche del comitato di cittadini al Piano regolatore di Assisi - si sottolinea da Legambiente Umbria - la scelta appare priva di qualsiasi giustificazione sotto il profilo dell'interesse pubblico urbanistico e ambientale, oltre che in violazione della normativa regionale che prevede che qualsiasi nuovo insediamento vada previsto in continuità con l'edificato esistente o con l'edificato di progetto previsto dal Piano regolatore vigente, facendo quindi attenzione ad utilizzare zone già urbanizzate. "
Secondo l'associazione ambientalista
"la nuova edificazione della zona dei Castelli continua l'associazione - ben rappresenta il nuovo Piano regolatore del Comune di Assisi, basato su un incremento di volumetria residenziale ingiustificato e assolutamente insostenibile su un territorio con un vincolo paesaggistico totale. Infatti è previsto un incremento di volumetria residenziale di totale di 473.660 mc, che uniti ai 666.268 mc. di volumetria residenziale residua del vecchio Prg, che è stata confermata, fanno ben 1.139.928 di nuovi palazzi e villette."
In chiusura, Legambiente, chiama in causa la Provincia di Perugia affinché bocci il nuovo Piano regolatore di Assisi.
"Ci appelliamo alla Provincia di Perugia, che ora è chiamata ad esaminare il Nuovo Piano regolatore di Assisi - conclude Legambiente - perché intervenga affinché blocchi questa nuova colata di cemento su un territorio unico per la sua valenza ambientale, storica e culturale, tanto da essere stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall'Unesco. Un territorio concludono - che è una risorsa non rinnovabile per un'intera comunità e per generazioni future e che rischia di essere snaturato e omologato in favore di interessi particolaristici."
Insomma, la polemica è servita.
Il Giornale dell'Umbria Giovedì 7 Aprile 2011

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