"l‘attuale consiglio - uscente - si limita a svolgere l‘ordinaria amministrazione, mentre si avvicina il termine ultimo per una programmazione quanto meno efficiente della manifestazione, ossia ridiscutere e rinnovare i contratti, organizzare gli eventi e le manifestazioni collaterali, innescare e dirigere un processo di rinnovamento che possa dare nuovo impulso alla festa."Ieri si è però parlato di Unesco, e il sindaco ha ricordato come l‘Italia sia numericamente indietro nella lista dei beni immateriali, tant‘è che è stato lo stesso ministero a chiedere al Calendimaggio di diventare
"un esempio di medioevo nel mondo in virtù dell‘eccezionale qualità nel ricreare la cultura dell‘epoca."Per far questo, oltre al fascicolo, è necessario che il Calendimaggio si doti anche di un archivio organico di tutto il materiale (il ‘polo‘ sarà probabilmente organizzato a Palazzo Vallemani) e più in generale si dovrà pensare alla tutela diretta (ricerca, documentazione scritta, audio e visuale) e indiretta (ossia la la tutela dell‘ambiente naturale, del paesaggio agrario e rurale che ne definisce il contesto di produzione e ri-produzione).
"Si tratta di un impegno gravoso e di una grande responsabilità", hanno ricordato Paoletti e Ascani, mentre Berretti e Pecetta hanno sottolineato
"l‘importanza di questo momento storico: il riconoscimento Unesco sarebbe l‘ufficializzazione della qualità del lavoro svolto da tutti quelli che si occupano di Calendimaggio."
"Vorrei ringraziare - ha aggiunto poi il priore della Magnifica - chi si è occupato sin dal principio di questa candidatura, la professoressa Falini ma anche il sindaco Ricci e l‘assessore Paoletti."Sarebbe un ulteriore grosso colpo mediatico di livello internazionale per la città di Assisi, soprattutto se poi la candidatura avesse davvero il successo sperato
Corriere dell'Umbria Giovedì 30 Dicembre 2010
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