La pioggia non ha fatto passare la voglia di festeggiamenti; tantissimi i presenti alla preghiera pasquale secondo la tradizione bizantina che è iniziata alle 15 presso la tomba di San Francesco.
Alla celebrazione, molto sentita dai rumeni presenti nel territorio della provincia, erano presenti anche moltissimi turisti e assisani, curiosi di scoprire aspetti sconosciuti della cultura di una popolazione che resta sconosciuta nelle sue caratteristiche peculiari e viene semplicemente bollata come "straniera".
Alla cerimonia della "seconda resurrezione", recitata in doppia lingua, italiano e rumeno, ha partecipato anche il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino.
In una variopinta sfilata, tra costumi tipici colorati e ricamati e cibi tradizionali della celebrazione ortodossa, la comunità si è spostata nella cappella di Santa Caterina, dove è stata donata alla basilica un'icona della Madonna che indica Gesù come Via, Verità e Vita.
Poi, accompagnati dal suono dei tamburi e dal corteo storico del gruppo medievale dei Majores Ballistarii di Assisi, i credenti ortodossi sono stati accolti nella Sala Norsa, dove è stata aperta la mostra di icone ortodosse romene dipinte dagli studenti della facoltà di Teologia ortodossa di Iasi.
Il momento di festa vero e proprio è iniziato sulla piazza della basilica inferiore, dove si è svolta una manifestazione di musica, canto e danze popolari della cultura romena, con l'associazione culturale romena '1 Decembrie' e della cantante Georgeta Hangu.
A introdurre le esibizioni è stato l'attore assisano Alfiero Toppetti, che ha ricordato la formula tradizionale utilizzata dagli ortodossi per i festeggiamenti pasquali ("Cristo è risorto", si invoca, e tutti rispondono in coro: "Veramente è risorto").
Ma il momento più sentito dai presenti è seguito alla dichiarazione di Toppetti che ha toccato nel vivo la comunità rumena:
"i rumeni non sono tutti come li raccontano i giornali e l'informazione - ha detto tra gli applausi - spesso abbiamo un'immagine di questo popolo che non tiene assolutamente conto della loro cultura e delle loro tradizioni.
Oggi abbiamo qui una dimostrazione della ricchezza culturale della Romania; coloro che si stanno per esibire non sono artisti professionisti, ma persone semplici, che lavorano e sono qui per condividere con noi le loro tradizioni e per un momento di amicizia tra il loro paese e il nostro"
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