A dirlo è il vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino tra i primi invitati all’inaugurazione della piccola chiesetta assisana, realizzata a San Francisco che si terrà il 27 settembre prossimo e dove, sarà possibile ricevere l’indulgenza plenaria.
“Ho ricevuto l’invito a partecipare all’evento - spiega l’alto prelato - ma non ci potrò essere. Resta il fatto comunque - sottolinea ancora Sorrentino - che, mentre un tempo ricevere l’indulgenza (la remissione dei peccati previa confessione, comunione, recita del Credo, Padre Nostro e di una preghiera per le intenzioni del Pontefice) non era così facile, adesso invece, è diventata una pratica frequente. Per intenderci si può ottenere, con le dovute attenzioni, anche recitando bene alcune preghiere o il santo rosario.Nessuna difficoltà dunque secondo il vescovo di Assisi che ne dà quindi un giudizio più che positivo.
E’ normale quindi che San Francisco abbia chiesto di poter aver non solo la copia della Porziuncola ma anche la possibilità dell’indulgenza. Questa pratica è divenuta comunissima nella pastorale della Chiesa, è universale e non può avere confini o limiti”.
“Credo che rendere i luoghi francescani così eloquenti da favorire la pietà dei cristiani sia un fatto di grande importanza e positività, anche in ambienti lontani. Resta il fatto - aggiunge ancora Sorrentino - che ogni ricostruzione ha una distanza incolmabile dall’originale, ma l’iniziativa è senz’altro encomiabile”.Un’iniziativa che, secondo il vescovo assisano, andrebbe esportata anche in altri luoghi dove c’è bisogno della testimonianza di Cristo e del suo figlio prediletto Francesco.
“L’annuncio di Gesù andrebbe rinnovato in tutto il mondo ma soprattutto nei paesi di antica cristianizzazione. E senz’altro Francesco che è uno dei grandi testimoni di Cristo ancora oggi continua a fare bene il suo lavoro”.L’esempio dunque del poverello di Assisi fa scuola, colpisce e, a distanza di secoli, è sempre vivo ed attuale
Marina Rosati dal Corriere dell'Umbria
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